Azure Site Recovery: il disaster recovery per virtual machine IaaS
Azure Site Recovery: il disaster recovery per virtual machine IaaS

Azure Site Recovery: il disaster recovery per virtual machine IaaS

Autore: Airina Paccalini

Ogni azienda, di qualsiasi tipo e dimensione, non può fare a meno di dotarsi di una soluzione di disaster recovery che permetta di evitare spiacevoli conseguenze in caso di perdite parziali o totali di dati, per le cause più disparate. Si tratta infatti di tutte le misure tecnologiche che, in situazioni di emergenza, hanno lo scopo di ripristinare, nel minor tempo possibile, i dati e le infrastrutture necessarie all'erogazione di servizi di business. La continuità operativa e la capacità di rispondere adeguatamente a situazioni di emergenza sono infatti due elementi fondamentali per le aziende, anche se spesso queste ultime non adottano soluzioni adeguate al raggiungimento di questi obiettivi.

Una delle migliori soluzioni è l’Azure Site Recovery, che permette di effettuare il disaster recovery per le virtual machine Azure, in modo da replicare e proteggere facilmente le infrastrutture IaaS in esecuzione su Azure in una regione a scelta all’interno di un cluster geografico. Grazie a questa soluzione vengono soddisfatti anche i requisiti di conformità, come l’ISO 27001 che richiedono un Business Continuity Plan con una soluzione di disaster recovery dimostrabile.

 

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L'Azure Site Recovery si basa su 4 caratteristiche principali:

  • Offerta “as-a-service”: Non sono richieste infrastrutture software addizionali, con un notevole risparmio di costi e con una semplificazione dell’implementazione, del monitoraggio, dell’aggiornamento e della manutenzione delle infrastrutture di disaster recovery.
  • Esperienza semplificata: Usufruire dell’Azure Site Recovery è semplicissimo, basta scegliere una regione e settare le impostazioni di replica in quel determinato Site.

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  • Application-aware recovery: L’owner dell’applicazione, l’admin del disaster recovery o il managed service provider rimangono al controllo, gestendo personalmente quando e come organizzare un failover.

 

  • Non-disruptive Disaster Recovery (DR) drills: Si possono effettuare test di disaster recovery ogni volta che si desidera, senza alcun impatto né sul workload della produzione primaria né sulla replica in corso, in modo da essere sicuri che tutto funzioni correttamente nel momento del bisogno.

Fonte: Microsoft Azure Blog

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Airina Paccalini