MVPost: Il modello di costo di Azure Stack HCI
MVPost: Il modello di costo di Azure Stack HCI

MVPost: Il modello di costo di Azure Stack HCI

Autore: Francesco Molfese

Sul mercato sono disponibili tecnologie di diversi vendor che consentono di realizzare infrastrutture hyper-converged (HCI). Microsoft in questo settore propone una soluzione innovativa chiamata Azure Stack HCI, distribuita come servizio di Azure, che consente di ottenere prestazioni elevate, le più recenti funzionalità in ambito sicurezza e un’integrazione nativa con i servizi Azure. In questo articolo viene descritto quanto è necessario investire per ottenere la soluzione Azure Stack HCI e quali aspetti è possibile considerare per strutturare a proprio piacimento il modello di costo.

Premessa: OPEX vs CAPEX

Il termine CAPEX (contrazione da CAPital EXpenditure, cioè le spese in conto capitale) indica il costo che si impiega per sviluppare o fornire asset durevoli per un prodotto o per un sistema.

La sua controparte, la spesa operativa oppure OPEX (dal termine inglese OPerational EXpenditure) è il costo necessario per gestire un prodotto, una soluzione oppure un sistema. Questi sono detti anche costi di O&M (Operation and Maintenance) ovvero costi operativi e di gestione.

I costi CAPEX richiedono solitamente lo stanziamento di un budget e di un piano di spesa. Anche per questi motivi, le realtà aziendali generalmente preferiscono sostenere costi OPEX, in quanto sono più facili da pianificare e da gestire.

Chiariti questi concetti, vediamo ora il modello di costo di Azure Stack HCI e come poter ottenere un modello totalmente OPEX.

 

Costi dell’hardware

Per poter attivare la soluzione Azure Stack HCI è necessario dotarsi dell’hardware on-premise per eseguire il sistema operativo dedicato della soluzione e per l’esecuzione dei vari workload. Esistono due possibilità:

  • Azure Stack HCI Integrated Systems: determinati vendor, offrono dei sistemi appositamente strutturati e integrati per questa soluzione, che forniscono un’esperienza simile ad una appliance. Tali soluzioni comprendono anche il supporto integrato, in modo congiunto tra il vendor e Microsoft.
  • Nodi validati Azure Stack HCI: l’implementazione avviene tramite hardware appositamente testato e validato da un vendor. In questo modo è possibile personalizzare la soluzione hardware in base alle proprie esigenze, andando a configurare il processore, la memoria, lo storage e le caratteristiche delle schede di rete, ma rispettando le matrici di compatibilità del fornitore. Sono diversi i fornitori hardware che offrono soluzioni idonee per eseguire Azure Stack HCI e possono essere consultate accedendo a questo indirizzo. La maggior parte delle implementazioni avviene secondo questa modalità.

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Figura 1 – Scenari di deployment dell’hardware

 

Anche per l’hardware è possibile fare alcune valutazioni per adottare un modello di costo basato sul noleggio. Infatti, i principali vendor come HPE, Dell e Lenovo, sono in grado di offrire l’hardware necessario in modalità “infrastructure as-a-service”, mediante un modello di pagamento in base all’uso.

 

Costi Azure

Nonostante sia in esecuzione on-premise, Azure Stack HCI prevede una fatturazione basata su subscription Azure, esattamente come per qualsiasi altro servizio nel cloud pubblico di Microsoft.

Azure Stack HCI offre un periodo di prova gratuito che consente di valutare nel dettaglio la soluzione. La durata di questo periodo è pari a 60 giorni e inizia da quando si completa la registrazione dell’ambiente cluster in Azure.

Al termine del periodo di prova, il modello è semplice e prevede un costo di “10 € / core fisico / mese”*. Il costo è quindi dato dal totale dei core fisici presenti nei processori del cluster Azure Stack HCI. Questo modello non prevede un minimo oppure un massimo sul numero di core fisici licenziati e tanto meno dei limiti riguardanti la durata di attivazione.

 

Costi per le macchine Windows Server

Nei costi Azure riportati nel paragrafo precedente non sono inclusi i costi del sistema operativo per le macchine guest in esecuzione nell’ambiente Azure Stack HCI. Questo aspetto è comune anche ad altre piattaforme HCI, come Nutanix e VMware vSAN. Per licenziare le macchine guest Windows Server in Azure Stack HCI esistono due opzioni:

  • Acquistare licenze Windows Server (modalità CAPEX), Standard oppure Datacenter, le quali includono il diritto di attivare il SO delle macchine virtuali guest. La Standard Edition può essere adatta se il numero di macchine guest Windows Server è limitato, mentre se sono presenti diversi sistemi guest Windows Server è opportuno valutare la Datacenter Edition che dà diritto all’attivazione di un numero illimitato di sistemi virtualizzati Windows Server.
  • Pagare la licenza di Windows Server per i sistemi guest tramite la propria subscription Azure, proprio come avviene in ambiente Azure. Scegliendo questa opzione si dovrà sostenere un costo (OPEX) pari a “22.2 € / core fisico / mese”* per avere la possibilità di attivare un numero illimitato di sistemi guest Windows Server in ambiente Azure Stack HCI.

*Costi stimati per la region West Europe e soggetti a modifiche. Per maggiori dettagli sui costi di Azure Stack HCI potete consultare la pagina ufficiale Microsoft.

 

Costi per altri workload in esecuzione su Azure Stack HCI

Il risultato che si intende perseguire con l’infrastruttura Azure Stack HCI è quello di poter eseguire in ambiente on-premise non solo macchine virtuali, ma gli stessi workload del cloud pubblico Microsoft. Per raggiungerlo Microsoft sta portando i workload di Azure più popolari in Azure Stack HCI e per ciascuno di questi valgono le seguenti considerazioni sui costi:

  • Azure Kubernetes Service: la configurazione del cluster K8s Arc enabled è gratuita**.
  • Azure Arc-enabled data services:
    • Per SQL Server i clienti possono acquistare licenze SQL Server in modalità CAPEX oppure, chi dispone già di licenze SQL, può usare Azure Hybrid Benefit per Azure Arc-enabled SQL Managed Instance, senza la necessità di dover pagare nuovamente la licenza SQL.
    • Nel caso si voglia passare a un modello OPEX è possibile ottenere le licenze di Microsoft SQL Server tramite i servizi dati abilitati per Azure Arc di Microsoft**.
  • Azure Virtual Desktop:
    • Diritti di accesso utente per Azure Virtual Desktop. Le stesse licenze che concedono l’accesso ai desktop virtuali di Azure nel cloud si applicano anche ad Azure Virtual Desktop in Azure Stack HCI.
    • Tariffa del servizio ibrido Azure Virtual Desktop. Questa tariffa prevede un costo per ogni CPU virtuale (vCPU) utilizzata dai session host di Azure Virtual Desktop in esecuzione in ambiente Azure Stack HCI.

**Per maggiori dettagli sui costi di Azure Arc è possibile consultare questa pagina.

 

Costi per il supporto

Azure Stack HCI, essendo a tutti gli effetti una soluzione Azure, è coperta dal supporto Azure con le seguenti caratteristiche:

  • Viene fornita la possibilità di scegliere tra diversi piani di supporto Azure, a seconda delle esigenze. Il supporto Basic è gratuito, ma in determinati scenari è consigliato valutare almeno il supporto Standard, che prevede un costo fisso mensile.
  • Il supporto è fornito da un team di esperti dedicato a supportare la soluzione Azure Stack HCI.
  • Si può richiedere facilmente supporto tecnico direttamente dal portale Azure.

Conclusioni

Azure Stack HCI consente di portare l’innovazione del cloud all’interno del proprio datacenter e al tempo stesso di creare un ponte di collegamento verso Azure. Nell’era dei datacenter ibridi, una soluzione come Azure Stack HCI, consente di strutturare a proprio piacimento il modello di costo e di avere la massima flessibilità. Sul mercato ci sono diversi vendor che offrono soluzioni per realizzare infrastrutture hyper-converged (HCI) ibride, ed Azure Stack HCI può risultare molto competitivo, non solo dal punto di vista delle funzionalità, ma anche dal punto di vista dei costi.


Francesco Molfese

Francesco Molfese

Microsoft MVP Cloud and Datacenter Management, in 4wardPRO ricopre il ruolo di Director della Business Unit “Cloud Infrastructure”, dove è il responsabile della presenza tecnica dell’azienda nel mercato Cloud Infrastructure. Francesco è inoltre Microsoft Certified Trainer (MCT).

Francesco Molfese

Francesco Molfese

Nel 2004 si laurea in Ingegneria Informatica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e avvia la sua carriera nel campo dell'Information Technology.
Dal 2012 è Microsoft Certified Trainer (MCT) e dal 2016 è Most Valuable Professional (MVP) nella categoria Cloud and Datacenter Management, titolo con il quale Microsoft ha riconosciuto la sua profonda competenza tecnica e il suo impegno nei confronti di Microsoft e delle comunità tecniche.
È il Community Lead per la Cloud Community, il punto di riferimento italiano per la gestione e la governance del cloud. Attualmente, ricopre la posizione di Direttore della Business Unit Cloud Infrastructure in 4wardPRO.