GDPR, perché è un’opportunità e non un rischio
GDPR, perché è un’opportunità e non un rischio

GDPR, perché è un’opportunità e non un rischio

Autore: 4wardPRO

Il viaggio verso la compliance alla GDPR è fatto di cambiamenti strutturali all’interno di un’azienda, che partono da una necessità, quella di proteggere i dati, per arrivare a molto altro. Si fa spesso un gran parlare delle eventuali sanzioni che l’organo europeo, per mezzo dei regolatori nazionali, attuerà nei confronti degli inadempienti dimenticando che la General Data Protection Regulation è soprattutto un’opportunità. In che termini?


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Data protection e trasformazione digitale

Soddisfare la compliance al Regolamento introdotto nel 2016, che troverà piena efficacia normativa a partire dal prossimo 25 maggio, vuol dire innalzare il livello di attenzione sulle attività della propria organizzazione, sfruttando novità che col tempo potranno rivelarsi fondamentali per procedere speditamente sul cammino della digital transformation. Pensiamo soprattutto alla cybersecurity, alla protezione delle proprietà intellettuali ma anche ai vantaggi del cloud. Il punto di partenza resta quello di dover assicurare una corretta raccolta e gestione dei dati personali degli utenti, ma se per farlo si adottano soluzioni tecnologiche innovative allora il business può guardare ben oltre. Quali sono, quindi, gli aspetti della GDPR che possono trasformarsi in chiare opportunità di crescita del business? Ce li spiega meglio Nick Taylor, Managing Director di Accenture Strategy.

  •  “Nuove categorie di dati” diventano “profili più dettagliati dei consumatori”
  •  “La raccolta dei dati per cluster non individuali” si traduce nella “massimizzazione della comprensione delle categorie”
  • “Minori informazioni archiviabili” diventano un’opportunità per “razionalizzare ed eliminare le ridondanze”
  • “Nuovi dati soggetti al controllo” diventano “operazioni di raccolta mirate e più efficienti”
  • “Il monitoraggio dei tentativi di intrusione” diventa un “miglior approccio alla sicurezza digitale”

 

Gli esempi potrebbero essere molti altri ma già questi mostrano come alcune delle paure e dei timori legati alla conformità alla GDPR aprono in realtà a spunti interessanti per una strategia di lungo periodo più votata alla data protection integrata e “by design” (nativa). Concentrarsi su queste opportunità consente di mettere a punto interventi guidati dall’ottica di garantire più valore alla catena di produzione (infrastrutture, fornitori, partner) e non solo. Non a caso gli individui, che con la norma acquistano nuovo potere, potranno apprezzare la maggior trasparenza nelle attività di raccolta e archiviazione dei dati come mezzo per creare e consolidare un rapporto di fiducia esclusivo con l’azienda. Accettare questa dinamica è il primo passo verso un rapporto basato sulla stima, anche nel contesto di un servizio o di un’attività commerciale, e in cui la data protection diventa un elemento differenziante rispetto alla concorrenza.

La data protection come arma competitiva

Non va, poi, sottovalutato il tema dell’internazionalizzazione. Nel concreto, potersi affidare a un regolamento che vale per tutti gli stati membri permetterà alle imprese di soddisfare da subito i requisiti essenziali per operare in un paese diverso da quello di provenienza.

Come è chiaro, i rischi da soli non sono sufficienti a disegnare un quadro completo di ciò che è la GDPR. Le aziende devono, invece, saper bilanciare protezione e innovazione nell’ambito di strategie più lungimiranti, che superano l’ottica degli obblighi di conformità per abbracciare quella della data protection come arma competitiva.


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