Employee Engagement: strategie per l'engagement dei dipendenti
Employee Engagement: strategie per l'engagement dei dipendenti

Employee Engagement: strategie per l'engagement dei dipendenti

Autore: 4wardPRO

Un elemento fondante del paradigma industriale 4.0 è l’employee engagement. Tuttavia, in un mondo fatto di interconnessione dei macchinari, di valorizzazione del dato e di interfacce uomo-macchina evolute, si tende a dare meno risalto a un tema che, a conti fatti, è determinante ai fini dell’efficienza, della produttività e dell’agilità d’impresa 

Ai forti investimenti – sostenuti anche da iniziative governative – sul fronte della modernizzazione degli impianti e dell’aggiornamento delle tecnologie, non necessariamente corrispondono ulteriori investimenti in attività e strumenti capaci di potenziare l’employee engagement. Nelle operations, inoltre, buona parte della spesa è rivolta a sistemi di automazione avanzata, che potrebbero essere considerati dagli operatori come una minaccia nei confronti della loro posizione lavorativa. Il risultato è il disengagement: secondo uno studio di Workday, più della metà dei dipendenti dell’industria manifatturiera rientra in questa categoria, con addirittura un 27% di actively disengaged 

 

Engagement Dipendenti e Industrial Smart Working

L’approccio corretto consiste nell’adattare al settore manifatturiero le strategie di employee engagement che tutte le aziende portano avanti nell’era contemporanea: 

  • centralizzazione del dipendente, 
  • mappatura dell’esperienza, 
  • miglioramento della collaborazione, 
  • smart working, laddove possibile.  

A queste, va aggiunto l’elemento peculiare della manifattura, ovvero un rapporto sinergico tra l’uomo e la macchina, basato sul concetto di potenziamento (empowerment) e non sulla mera sostituzione.  

Una strategia rivolta all’employee engagement nell’universo manifatturiero è l’Industrial Smart Working. Nei momenti più cupi del Covid, alcuni sostennero che la manifattura non potesse adottare un vero modello “smart” a livello di fabbrica, poiché il controllo delle macchine avrebbe comunque richiesto la presenza fisica del dipendente. 

In realtà, nulla vieta che i principi cardine dello smart working, ovvero la collaborazione, la condivisione e la comunicazione costante, entrino nel mondo della fabbrica, né che si passi a un concetto di responsabilizzazione basata sui risultati. Inoltre, oggi molte attività – soprattutto a livello di supervisione - sono “remotizzabili”, e proprio su questo punto si può costruire un paradigma di lavoro più efficace e ingaggiante 

 

Coinvolgimento dei dipendenti: 2 elementi chiave 

Due elementi che hanno un impatto positivo sull’engagement dei dipendenti sono l’assistenza da remoto e la collaborazione basata su tecniche di realtà aumentata.

  • Assistenza da remoto 

I supervisori possono monitorare costantemente i dati di esercizio dei macchinari, ricevendo eventuali alert in caso di dati anomali e imprevisti. Tutto ciò non si limita ad abilitare prassi tipiche di industria 4.0 - come la manutenzione predittiva - ma anche una nuova relazione collaborativa tra le risorse dell’azienda.  

A titolo d’esempio, oggi l’operatore può indirizzare i colleghi meno esperti verso la soluzione di un problema o il miglioramento di un processo senza alcun obbligo di presenza fisica. Questo migliora l’engagement e permette un’efficace trasmissione della conoscenza, a beneficio dello skill gap dilagante nell’universo industriale.  

  • Collaborazione aumentata 

Tra le tecnologie che alimentano il paradigma 4.0, la realtà aumentata ha un ruolo di spicco. Questa tecnologia, infatti, agevola i controlli di qualità, permette un accesso rapido e contestuale alle informazioni di processo, di prodotto e dei macchinari, e facilita la collaborazione da remoto tra supervisori e operatori sul campo.  

 

Employee Engagement e Manufacturing, oltre la fabbrica 4.0 

Uno dei temi cardine dell’Industria 4.0 è il rapporto uomo-macchina. Come detto, l’unico modo per favorire l’employee engagement è adottare sistemi automatici e robotici per potenziare e non per sostituire gli esseri umani.  

Nel contesto manifatturiero, mettere in pratica questo approccio viene agevolato dall’estrema quantità di lavori ripetitivi, logoranti e – talvolta – rischiosi che contraddistinguono gli ambienti industriali.  

Sollevandolo da queste attività, l’operatore esperto può mettere le proprie competenze a disposizione del miglioramento del processo e dell’incremento della qualità, ottenendo un beneficio in termini di engagement. A titolo d’esempio, si pensi ai trasloelevatori automatici dei magazzini moderni, che evitano agli operatori di percorrere distanze importanti e di correre i rischi legati alla presenza di molteplici mezzi e sistemi in perenne movimento.  

Finalizzata a sviluppare una nuova relazione tra uomo e macchinari, è l'adozione di una classe di robot industriali nota come cobot (collaborative robot), la cui peculiarità è proprio quella di creare una cooperazione sinergica con l’essere umano 

Finora, infatti, tutte le automazioni hanno sempre lavorato in ambienti separati e protetti rispetto agli operatori, onde evitare incidenti e infortuni. Grazie alla sensoristica avanzata, il cobot può invece operare in sicurezza negli stessi ambienti degli operatori e collaborare con loro per processi più rapidi ed efficienti.  

Nonostante le peculiarità degli ambienti industriali, il manufacturing non coincide unicamente con il mondo della fabbrica, motivo per cui molte strategie di employee engagement adottate dal resto delle aziende si adattano perfettamente anche a questo settore. La centralizzazione del dipendente è l’assetto strategico migliore, che si affianca a un’abilitazione tecnologica comprensiva di piattaforme di comunicazione e di collaborazione unificata (UCC), di soluzioni di accesso remoto ai sistemi aziendali e di applicazioni di workplace management per la prenotazione di sale riunioni, desk e per l’accesso smart in azienda (check-in/out).  

Infine, ma non per importanza, una strategia finalizzata all’employee engagement non può sottovalutare la formazione, essenziale per contrastare lo skill gap già citato. L’universo digitale dà alle imprese la capacità di andare oltre la tradizionale formazione in aula: piattaforme online, eventi in live streaming, formazione on-demand, pillole video, esercitazioni e simulazioni sul campo, il tutto – magari – assistito dall’efficacia della gamification.  

4wardPRO